Le pietre d'inciampo
Le pietre d'inciampo si devono alle riflessioni dell'artista Gunter Demnig (nato 1947) sulle ingiustizie e persecuzioni dello scorso secolo e, in particolare, sulle persecuzioni nei confronti degli ebrei. Si tratta di piccole lastre di ottone della misura di 96 X 90 centimetri e dell'altezza di 100 millimetri che vengono messe in posa, grazie a un quadrato di cemento, nel selciato davanti a case ed edifici legati alle vittime delle persecuzioni. Sulle lapidi sono incisi a mano i nomi delle vittime, la loro data di nascita e di morte, qualche volta anche il motivo per l'arresto. Una delle intenzioni dell'artista era quella di ridare agli internati dei campi di concentramento, ai quali era stata tolta l'identità degradandoli a numeri, una propria dignità. Si tratterebbe, inoltre, di "riportare le vittime nei luoghi dove vissero e rendere loro omaggio, ma anche di fare inciampare le persone sui crimini del nazionalsocialismo per non dimenticarli." Già il fatto che, per leggere le lapidi poste sul selciato, sia necessario chinarsi verso il basso significherebbe rendere omaggio al loro destino. Una critica di fondo sul progetto riguarda il motivo della persecuzione, spesso indicato sulle pietre nel gergo nazista di allora, come "Rassenschande" (onta razziale), "Gewohnheitsverbrecher" (delinquente abituale) oppure "Volksschädling" (parassita sociale). L'uso di questo lessico sarebbe ancora oggi fortemente negativo e razzista. Demnig rifiuta questa critica sottolineando che proprio l'uso del linguaggio hitleriano è il solo modo per rendere ancora più reale il lato aberrante e inumano del nazismo. Le comunità ebraiche dei vari paesi hanno opinioni molto diverse sulle pietre. Una parte è convinta che sia avvilente e insopportabile "calpestare con i piedi" i nomi degli ebrei perseguitati siglando simbolicamente – ancora una volta – il loro amaro destino. Altri importanti rappresentanti ebraici sono invece fortemente convinti dell'importanza del progetto volto a far sì che venga coltivata la cultura della "memoria". Il progetto ebbe inizio nel 1992. A tutt'oggi sono state messe in posa 61.000 pietre, tanto in Germania, quanto in ulteriori 21 paesi. Fra il 2000 ed il 2011 ci sono stati (su 30.000 pietre) 700 casi di vandalismo. I paesi europei che hanno accolto il progetto sono la Germania, i Paesi Bassi, l'Italia, la Repubblica Ceca, la Norvegia, l'Austria, la Slovacchia e l'Ungheria. La prima pietra al di fuori dell'Europa è stata messa in posa in Argentina il 30.10.2017. In Italia il progetto ebbe il suo via il 28 gennaio 2010 a Roma per arrivare a circa 249 pietre a tutt'oggi. Molte di loro sono dedicate ai militari italiani, arrestati e deportati dai nazisti dopo il 08.09.1943, ai quali furono negati i diritti dovuti alla Convenzione di Ginevra con la conseguenza di un trattamento molto duro da parte dei nazisti.
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